domenica 18 dicembre 2011

IV DOMENICA DI AVVENTO



... UNA CREATURA CHE E' "OPERA DI DIO", E' FIGLIO-DI-DIO!

Superato il turbamento iniziale di fronte a questo annuncio inaudito, Maria comincia a dialogare con se  stessa,  cercando  di  comprendere  la  parola  del  Signore:  come  può  avere  luogo  un  evento  da  sempre conosciuto come frutto dell’unione di una sposa con lo sposo, come conseguenza di un atto deciso dagli uomini, se Maria stessa non lo ha deciso e, anzi, «non conosce uomo»? E la rivelazione a poco a poco si chiarisce: un tale figlio può essere dato solo da Dio che lo ha promesso, ed è per questo che lo Spirito di Dio,  la  sua  Presenza,  si  poserà  su  Maria,  allo  stesso  modo  in  cui  la  nube  della  Presenza  dimorava  sul popolo  d’Israele;  così  Maria  potrà  dare  carne  e  sangue  a  un  figlio  non  nato  da  volontà  umana,  a  una creatura che è “opera di Dio”, è Figlio di Dio!
Sì,  Dio  in  Gesù  sceglie  di  diventare  l’Emmanuele,  il  Dio-con-noi,  “uno  della  nostra  stessa  pasta umana” (secondo l’espressione di Ippolito di Roma), segnato da un concepimento, una nascita, una vita, una morte… L’eterno si fa mortale, il celeste si fa terrestre, l’invisibile si fa visibile, il divino si fa umano; e tutto questo attraverso una donna credente, in attesa di Dio. Da quel momento questa donna, grazie alla presenza nel suo grembo del Figlio di Dio, è il sito in cui noi possiamo individuare Dio presente “tra di noi”. Se la rivelazione dell’angelo a Maria consiste in un discorso articolato, lungo, la risposta dell’umile vergine di Nazaret è invece brevissima: “Ecco la serva del Signore: mi avvenga secondo la tua parola”. Maria aderisce con risoluta semplicità all’amore di Dio e così fa spazio in sé al figlio che solo Dio ci poteva dare.
Ma noi, che spazio lasciamo all’azione di Dio nelle nostre vite?

Enzo Bianchi

Nessun commento:

Posta un commento